Scuro
È da un po’ che non ti chiedo “M’accompagni?”
perché mamma, son di fretta ormai:
spingo forte perché mai nulla ristagni,
e tu non temi davvero che io rotoli o mi schianti
ma mi scrivi sempre “attenti”.
Certe sere, sai, il timore mi rimane:
sono un figlio buono solo a ricordarsi degli auguri?
Mamma, è sera, hai abbassato le persiane?
Non lo sai quanto ho voluto una casa con gli scuri.
Io lo so che l’hai capito il mio stupido bisogno
ma non lascio più al mattino una fessura.
Perché ormai, sai, dormo al buio
ma ho paura;
è da un po’ che ho preso a dire “Ti accompagno”.